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“Mamma, voglio quello!” Insegniamo l’autocontrollo ai bimbi

18/04/2019

“Mom, I want that!” Let’s teach our kids little self-control

Ammettetelo: se avete un bimbo piccolo, ogni volta che andate a fare spese è una guerra infinita contro le “voglie” e i capricci.

Gli scaffali pieni di caramelle e dolciumi, giocattoli e colori irresistibili in ogni angolo sembrano proprio ipnotizzare e catalizzare tutta l’attenzione di vostro figlio.

Ed eccolo lì, seduto sul carrello che si sporge verso quel pacchetto di marshmellow e con occhi languidi e voce implorante vi chiede “Mamma, me lo compri?!”

Come fare quindi a non cedere ad ogni richiesta o capriccio? È possibile insegnare l’autocontrollo anche ai bimbi più piccoli? E come? 

A volte basterebbe dire “Non te lo posso comprare, perché non ho i soldi!”. Una frase molto più facile e semplice da comprendere per un bimbo rispetto a “Te lo potrei comprare, ma non lo ritengo giusto”. Eppure, neanche la ristrettezza di mezzi è una difesa efficace! In un mondo con molteplici scelte e infinite tentazioni la capacità di resistere, invece che di cedere ad una gratificazione immediata, risulta davvero cruciale.

Insegnare l’autocontrollo ai bambini significa renderli capaci di poter scegliere come comportarsi nelle varie circostanze, anziché divenire preda dei propri impulsi. L’autocontrollo, infatti, serve non solo per allontanare tentazioni di tipo “consumistico”, ma anche per evitare decisioni impulsive, accessi di rabbia o per essere in grado di rimandare il piacere al momento successivo al compimento del proprio dovere, e tutto questo è cruciale per tanti aspetti della vita.

Infatti molto di ciò che vogliamo nella vita richiede la capacità di resistere all’impulso immediato e di ritardare una gratificazione immediata (magari per ottenerne una successiva e più durevole).

Ma l’autocontrollo è una dote innata – geneticamente acquisita – o si può insegnare? È più frutto della natura o della cultura? La genetica conta sicuramente molto, ma, in parte, questa dote si può insegnare. Come?Intanto con l’esempio, che è sempre il miglior insegnamento.

Poi si può invitare il proprio figlio a fermarsi e pensare prima di agire. O, ancora, si possono esaminare insieme differenti modi di rispondere a determinate situazioni, valutandone le possibili conseguenze, sia negative che positive, magari inventandosi una sorta di role-playing.

E se questo non dovesse bastare e ci trovassimo in un turbinio di capricci pianti e isterismi nel pieno centro città?

L’unica risposta sicura è cercare di mantenere la calma. Solo in un momento di calma possiamo spiegare quello che i nostri figli già sanno, ma fanno finta di non sapere, come è normale che sia: ossia che noi non vediamo l’ora di farli felici, anche dando loro ciò che desiderano, e che, però, vogliamo insegnare che le cose non si ottengono senza attesa e senza sforzo, perché se non lo imparano da piccoli saranno infelici sempre.

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