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Come gestire la fase dei NO.

11/10/2018

Dealing with the Toddler tantrum and NO phase.

No, no e ancora no: la risposta dei bambini più temuta dai genitori!

A qualsiasi richiesta, questa risposta sembra l’unica conosciuta e ogni attività proposta sembra non andare bene! Questa è la cosiddetta “fase dei no”, che solitamente coincide con i due anni di età del bambino e non dura quasi mai più di un anno.

Mamme e papà non preoccupatevi: anche alla ribellione dei vostri bambini esiste una soluzione!

La fase dei no, ovvero quella degli eterni capricci, dipende sicuramente dalla personalità del bambino ed è una tappa fondamentale per la sua crescita. Anche se complicata, è utile per la definizione della sua identità: bisogna gestirla, affrontarla e infine superarla.

Dietro a questi infiniti capricci e continui no, ci sono sempre delle motivazioni alla base che spingono i bambini a una forma di “ribellione”. In questa fase infatti è importante stabilire delle regole a assumere un ruolo da genitori autoritari, pur mantenendo però una certa flessibilità.

I principali no riguardano il momento del cibo e il momento di andare a dormire: momenti cruciali della vita non solo dei bambini, ma anche dei loro genitori.

Quando un bambino non vuole andare a dormire c’è la possibilità che abbia paura di essere abbandonato o che non sia sufficientemente educato al sonno. In questo caso la situazione va affrontata con dolcezza e serenità: l’errore più comune infatti è quello di essere accondiscendenti permettendo al piccolo di rimanere sveglio più del dovuto. La prima cosa da fare è mantenere la calma: non alzate mai i toni di voce, una risposta più ferma e pacata ha un effetto più immediato nel bambino rispetto a strilli e urla. Aiutatevi con la sua favola preferita o con il pupazzo a cui è più legato e create una routine che i vostri bambini apprezzino e che associno positivamente all’andare a dormire.

Quando invece il vostro bambino rifiuta il cibo, la soluzione è quella di agire con la massima tranquillità. Di fronte al “no” dei bambini la prima cosa da fare è quella di reagire in maniera indifferente, mostrandosi condiscendenti. L’errore più comune infatti è quello di sostituire il pasto rifiutato dal bambino con un altro: questo vi porterà ad abituare vostro figlio a pensare di poter ottenere quello che desidera con più facilità. Il rifiuto, oltre che al piatto proposto, potrebbe riguardare il pasto in sé: in questo caso cercate di coinvolgere il bimbo nella preparazione dei pasti oppure fategli apparecchiare la tavola, così da rendere speciale il momento dedicato alla cucina.

Cari genitori, gestire la fase dei no non è di certo un’attività semplice e in questi casi la parola d’ordine è il controllo! Dietro a quelli che noi comunemente chiamiamo capricci, spesso c’è la volontà del bambino di manifestare il suo dissenso o la propria individualità.

 

Il vostro compito è quello di mantenere la calma e di aiutare i vostri bambini a crescere serenamente, perché crescere è sicuramente un’avventura straordinaria, ma è anche altrettanto faticosa!

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